Un punto raccolto in due giornate, dopo aver affrontato Sassuolo e Torino. Poteva andare peggio? Secondo le ferree regole della matematica sì, ma era lecito aspettarsi di meglio da un calendario non certo in salita e da una squadra che sembrava essersi rafforzata. E lo è davvero.
Anti-Inter- Una delle grandi armi dello scorso anno, è stato l’effetto sorpresa. Occhi puntati sul mercato rossonero, attenzione dovuta a chi negli ultimi anni è sempre arrivato sul podio (Juve, Napoli e Roma) e poca enfasi riservata dalla stampa a chi aveva lavorato a fari spenti e si apprestava invece a fare la migliore stagione degli ultimi 7 mediocri anni, cioè noi. Cos’è cambiato adesso? Un mercato di certo più ambizioso, una squadra che si appresta a tornare in Champions tra pochi giorni dopo troppi anni di assenza, ma da lì è un attimo che si viene eletti addirittura ad “Anti-Juve”. Pur sapendo che ogni buon interista è anti-juventino a prescindere, va ricordato che l’obiettivo di quest’anno non è il tricolore, semmai confermarsi nella zona alta classifica, possibilmente migliorandola. Ad oggi, con la pressione che man mano si accumula per la mancanza di risultati e gli investimenti fatti, rischiamo di essere ancora una volta i peggiori nemici di noi stessi, cioè l’anti-Inter.
Spalletti è impazzito oppure ha bevuto- Formazioni che non convincono, esperimenti che ci si augurerebbe di vedere al massimo in amichevole, e sostituzioni di gioco che definire inspiegabili è la miglior cosa. In pratica, quanto si è visto nelle prime due giornate. In verità l’Inter vista nel primo tempo era parsa padrona del campo, ma non è bastato neanche questo né i due gol di vantaggio, per portare a casa i tre punti. Segno che qualcosa non va. I correttivi messi in pratica da Spalletti non hanno sortito effetti, se non quello di rendere il collettivo più vulnerabile. Far entrare Martinez negli ultimi due giri di orologio ha poco senso. Mettere Dalbert a centrocampo, probabilmente, non ne ha nessuno.
Porquè Dalbert?- Spalletti l’ha preso in simpatia. Come minimo. È convinto diventerà un grande giocatore, dice che in allenamento è fortissimo, e sarebbe grave in effetti se il suo allenatore sostenesse il contrario. Lo ha fatto giocare tutta l’estate da titolare, non sempre con risultati convincenti. La fiducia non è stata scalfita dalla prestazione nefasta contro il Sassuolo dove è stato sostituito nell’intervallo, perché si è visto gettare nella mischia a centrocampo contro i granata nella ripresa, quando le cose si erano già messe male. Probabilmente è sbagliato accanirsi con il ragazzo, che palesa una timidezza enorme sul rettangolo di gioco, tale da non capire dove comincino i problemi psicologici e poi quelli tecnici. Ma c’è da chiedersi quanto ancora potrà durare la fiducia di Spalletti nei confronti del ragazzo. È vero, il campionato è appena cominciato, ma il mister deve prima pensare a risolvere i problemi della squadra, poi magari quelli di autostima dei singoli.
Mayday Handanovic- Reduce da una stagione tutto sommato positiva, aveva lasciato intravedere una flessione di rendimento in alcune partite importanti della stagione scorsa. Su tutte la sconfitta interna contro una Juventus in schiacciante superiorità numerica. Lo sloveno ieri ha praticamente spianato la strada al Torino, compiendo una delle uscite più sbagliate che si siano mai viste in Serie A, andando incontro al pallone nella direzione sbagliata. Belotti non potrà ringraziarlo mai abbastanza. E neanche D’Ambrosio, perché l’errore dell’estremo difensore è talmente grossolano per scelta di tempo ed esecuzione dell’uscita, che oscura l’orribile diagonale compiuta dal nostro terzino. Handanovic si trova in una situazione se non altro invidiabile: sa di avere il posto sicuro, per quante scempiaggini possa fare. Né Padelli, un anno più giovane di lui, tantomeno Berni, costituiscono delle alternative valide in rosa. C’è da chiedersi però se sia il caso che l’Inter debba guardarsi intorno anche per l’estremo difensore.
Condizione fisica- Fatto notare che il bipolarismo è parte integrante del DNA nerazzurro, e che quindi vedere due squadre diverse nello spazio della stessa partita è cosa alla quale siamo abituati, la condizione della squadra non è di prim’ordine. Confrontare il primo tempo con i granata ed il secondo, lo rende evidente, al netto della brillante giocata di Handanovic che ha ridato vigore ad un Torino apparso fin lì spaesato. Ed è ovvio che non possa essere diversamente ad agosto. Il problema è che corriamo meno delle altre. Di certo il mondiale non ha aiutato. Buona parte dei nostri giocatori che hanno nella corsa l’arma principale, sono lontani dalla forma migliore, vedasi Brozovic, Vrsaljko, Perisic, ma soprattutto Vecino, apparso il più evanescente tra tutti i presenti in campo nelle prime due partite.
Mercato buono sì o no?- È vero, Vidal e Modric non sono arrivati, e a questo punto è lecito aspettarsi che se ne parlerà almeno per i prossimi 15 anni sui giornali, del modo in cui non siamo riusciti a chiudere le suddette trattative. Ma il mondo va comunque avanti. Keita è un ottimo colpo per l’attacco, confrontandolo con chi c’era prima di lui, vale a dire Eder. Vrsaljko e Asamoah non dovrebbero far rimpiangere Santon e Nagatomo. De Vrij può sostituire Miranda nella difesa a quattro, Martinez va aspettato. Senza bisogno di aggiungere che Nainggolan deve ancora esordire in partita ufficiale, causa infortunio. Anche senza i riscatti di Cancelo e Rafinha, questa squadra è più forte dello scorso anno. Sta al mister farla rendere in campo adesso. Le chiacchiere sono finite, le frasi ad effetto vanno bene per la stampa, ma i tifosi ora gradirebbero i risultati.
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