Qualche giornata di campionato fa mi era toccato scrivere l’editoriale post Napoli-Inter: avevamo perso 2 a 1 colpendo due pali clamorosi nel recupero, e la delusione era tanta per uno scontro diretto dal quale eravamo usciti sconfitti immeritatamente. Ora mi tocca commentare la sconfitta casalinga con il Sassuolo per 1 a 0 con rigore al 95′: se dopo la partita del San Paolo la consapevolezza di essere una vera squadra prevaleva sulla delusione per la sconfitta, questa volta a prevalere è tanta amarezza mista a rabbia. Insomma, a prevalere è una bella incazzatura. Sì, perché perdere in questo modo non è possibile, o quantomeno, visto che “nulla è impossibile all’Inter” (cit. Roberto Scarpini) – e aggiungerei io: “… nel bene e nel male” – non può essere ammissibile per una squadra in testa al campionato (o meglio: che era in testa al campionato). Soprattutto dopo aver perso clamorosamente allo stesso modo – e sempre in casa – contro la Lazio appena due giornate fa. Il copione è stato il medesimo: partita difficile contro squadre messe bene in campo, errore a fine partita di uno dei nostri, rigore segnato dagli avversari (se poi Handanović lo para ci pensa la ribattuta) e San Siro bello che sbancato.
La tentazione dopo la partita con il Sassuolo è quella di sfogarsi a più non posso contro chi ha sbagliato, da Nagatomo (se devi spazzare, spazza bene! Impara da D’Ambrosio cazzo!) a Murillo (hai fatto una partita sontuosa dietro, il buco difensivo lo dovevi fare proprio al 95′?) e passando per Ljiaic, ma non sarebbe un’analisi del tutto corretta. È giusto partire da un dato di fatto: il Sassuolo ha giocato davvero bene e Handanović anche oggi ha fatto grandi parate, ma soprattutto l’Inter non ha giocato male e non meritava di perdere. Fino al gol del Sassuolo nel complesso nessun giocatore dell’Inter aveva demeritato: il prima citato Nagatomo se l’era cavata bene su Sansone, spingendosi qualche volta anche in attacco, e sempre il prima citato Murillo aveva chiuso tutto, e dico tutto, in difesa. Detto questo, e cercando di mettere per un’attimo in pausa l’incazzatura, c’è qualche considerazione da fare:
1) È impensabile non commettere errori durante una partita, qualche sbavatura c’è sempre. Forse contro il Sassuolo abbiamo creato occasioni là davanti più che in tutte le altre partite messe insieme, ma non l’abbiamo buttata dentro (ovviamente Consigli aspettava l’Inter per fare il fenomeno, Sorrentino style).
2) La seconda considerazione è che se non la butti dentro, appena sbagli qualcosa dietro rischi di pagarla a caro prezzo. Un liscio, una papera del portiere o un buco difensivo sono qualcosa che può accadere, e purtroppo guarda caso capitano spesso e volentieri quando la partita è in bilico.
3) La terza considerazione è che purtroppo non si può sempre vincere 1 a 0 sperando contemporaneamente nella partita perfetta in difesa e nel golletto là davanti. Su 12 vittorie 10 sono arrivate con un gol di scarto (9 per 1 a 0) e solo due con più di un gol (le due goleade per 4 a 0 contro Frosinone e Udinese). Infine su 19 partite complessive l’Inter ha fatto più di una rete solo in tre occasioni (oltre ai gol contro Frosinone e Udinese i 2 al Carpi). Questo significa che è vero, siamo solidi in difesa, ma se vogliamo continuare a rimanere in alto forse sarebbe il caso di cominciare a segnare di più, per stare un po’ più tranquilli in caso di (a volte) comprensibili errori là dietro (sperando che non scoppi la sindrome di Felipe Melo vista contro la Lazio).
4) Quarta e ultima considerazione: questa sconfitta ridimensiona l’Inter? Forse prima bisognerebbe capire quali sono i nostri reali obiettivi. Se vogliamo parlare di Scudetto forse sì: una squadra da primo posto non può permettersi di perdere due partite casalinghe consecutivamente regalando rigori allo scadere e non può perdere nel solo girone di andata 4 partite, 3 delle quali in casa. Anche saper portare a casa un pareggio smuove la classifica. Se invece vogliamo parlare di obiettivo Champions probabilmente no: al giro di boa siamo secondi a due punti dal Napoli Campione d’Inverno e se ce l’avessero detto ad inizio campionato sicuramente ci avremmo messo la firma.
Se il mercato invernale ci regalerà un centrocampista in grado di far girare maggiormente la palla, e far crescere il gioco, sarà tutto di guadagnato. In caso contrario non resta che sperare nella costante 1 a 0. A nostro favore, però.
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