“E se l’Inter, costruita per lo scudetto, festeggia questo risultato come se avesse vinto, un po’ di soddisfazione c’è”. Vincenzo Montella
Hai esultato al gol di Perisc al 92′? Allora sappi che hai dato soddisfazione a Montella, perché con la tua esultanza hai riconosciuto importanza ad un pareggio acciuffato nel recupero del secondo tempo. La logica di Montella è semplice, ma non per questo sensata: se pareggi all’ultimo non hai il diritto di festeggiare, però se vinci 2 a 1 e ti fai raggiungere a meno di due giri di orologio, hai più che motivo di sentirti orgoglioso per i due punti persi. Intendiamoci, la classifica parla chiaro, l’Inter non si trova dove pensava dopo che si sono giocati i primi tre mesi di campionato, il Milan invece sta andando oltre le aspettative (per ora), ma non per questo il discorso dell’allenatore rossonero non è comunque quanto di più ipocrita ci possa essere. Quando segni un gol allo scadere ed eviti una sconfitta bruciante, sul momento tendi anche un po’ a dimenticarti della classifica, e se è vero che il punto in più non risolverà i guai per la partenza stentata, averne tolti due ai non troppo amati cugini non è qualcosa che ti mette tristezza, e la reazione stizzita di Montella lo conferma. Ma del resto, l’ex allenatore di Fiorentina, Roma, Catania e Sampdoria, non è nuovo a polemiche incentrate sul nulla, è un po’ la sua specialità, se poi questa sua capacità cresciuta con gli anni è andata di pari passo con la sparizione del calcio propositivo delle sue squadre, è affar suo e dei suoi tifosi.
Parlando di Inter invece, da qualunque punto di vista la si voglia vedere, le cose non vanno troppo bene. A prescindere che l’obiettivo sia lo scudetto (almeno stando alle parole di Montella, che parla come un tifoso nerazzurro deluso) o il terzo posto sbandierato dalla dirigenza e dallo stesso Pioli, i punti buttati in questo inizio di campionato non fanno che rafforzare le convinzioni di chi, da questa stagione, non fa che attenderne la fine. Pioli ha provato una scelta degli uomini diversa, ha sperimentato la coppia Medel-Miranda in difesa, ha proposto un centrocampo con Kondogbia, Joao Mario e Brozovic, e provato a insistere meno con i cross, ma il copione è rimasto più o meno lo stesso: si crea abbastanza ma si concretizza poco, e si fa meno fatica a incassare gol. Kondogbia è molto più bravo a perdere palla piuttosto che a conquistarla, Joao Mario sembra lontano dalla forma migliore, e Brozovic è quello che è, indovina una giocata su cinque quando è in forma. Il problema è che guardando le alternative in panchina, non c’è molto su cui valga la pena puntare, la scelta è tra il non convincente Gnoukouri e il veterano Melo. In compenso, il centrocampo sta meglio delle corsie laterali, ma neanche questa è una novità, Ansaldi, il peggiore in campo, ha dimostrato le sue lacune tattiche lasciando praterie allucinanti in più occasioni, e dalle sue parti i rossoneri hanno fatto il bello e il cattivo tempo in ripartenza, che è anche la loro arma migliore.
In altre parole, la prestazione dei nerazzurri non sarà stata negativa, ma l’impressione è che questa squadra faccia troppa fatica a vincere. Il problema per Pioli è di essere l’ultimo arrivato, esattamente come il suo predecessore, e che dovrà cercare di trovare la quadratura del cerchio il più fretta possibile, e come se non bastasse il calendario che ci attende non è semplice, nell’ordine: Fiorentina, Napoli, Genoa, Sassuolo e Lazio, prima della sosta natalizia, e il distacco dal terzo posto è di otto punti. Non serve essere esperti di calcio per capire che la stagione è molto vicino dall’essere compromessa del tutto, serviranno una serie di vittorie contro avversari ostici per tenere viva la speranza. Sarebbe cosa gradita, se la dirigenza decidesse di intervenire sul mercato di riparazione, per cercare di correggere i limiti di una rosa che non ha la classifica che dovrebbe avere, ma che non è neanche completa come molti si immaginavano, anche se negli ultimi anni con i mercati invernali non abbiamo avuto molta fortuna, e neanche con quelli estivi, per dir la verità. In mezzo a tutto questo, c’è da provare a salvare l’onore o almeno la faccia in Europa League, in un girone di certo non impossibile, dove però l’Inter si trova ad un passo dall’eliminazione oltre che all’ultimo posto.
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