Crotone – Inter: culo e classe

Quattro su quattro (foto: inter.it)

Diciamoci la verità: a chi al fischio finale della gara in terra calabra vinta dai nerazzurri per 2-0 non è venuta in mente la famosa partita a biliardo del film Fantozzi, in cui si discute di chi fra i due contendenti abbia culo e chi classe?

Beh, probabilmente non a molti, ma al sottoscritto sicuramente sì. Anche perché, sapendo come funziona poi sulla stampa, il confronto di cui sopra è presto spiegato.

C’è poco da dire, dall’Ezio Scida l’Inter ha portato via tre, preziosi punti di puro culo, ma anche con un briciolo di classe. Una prestazione, soprattutto nel primo tempo, al limite dell’imbarazzante, complice probabilmente il gran caldo e la voglia dei padroni di casa di ripetere l’impresa (ma neanche tanto…abbiamo mollato! cit.) dello scorso anno. Tant’è che durante l’intervallo, memore delle imprese a cui ci hanno abituato i nostri beniamini, temevo già il peggio. Ma qui entra in gioco la classe: quella di Sa(nto)mir Handanovic, professione portiere, pagato per parare, cioè per evitare che gli avversari della squadra per cui gioca realizzino i gol. E bisogna ringraziare la sua, di classe, se abbiamo fatto bottino pieno.

Però…c’è un però. Perché una squadra reduce da quattro successi consecutivi, un solo gol subito e dodici fatti, al primo posto in classifica, alla prima difficoltà deve essere accusata dalla stampa di essere fortunata? Il titolo di questo editoriale sta tutto nella seguente differenza. Facciamo nomi e cognomi: perché quando la Juventus scula una gara, come spesso le accade quando gioca lontano dallo Stadium, si parla di squadra grande e cinica, e quando accade all’Inter tutti scandalizzati come se vincere in questo modo fosse un delitto? Ai posteri l’ardua sentenza, ma probabilmente la risposta la conosciamo tutti.

Ma veniamo ai motivi per i quali la vittoria di Crotone è arrivata grazie al posteriore. Come detto, la prestazione: sembrava di essere tornati indietro nel tempo alla scorsa stagione, con praticamente tutti i calciatori a passeggiare in campo, dando l’impressione di essere fiaccati dal caldo o di portare sulle spalle un invisibile fardello pesante mezzo quintale. Perché avendo un solo impegno a disposizione non si riesce ad ammazzare (sportivamente eh…) l’avversario mordendo le caviglie dal primo all’ultimo minuto? Possibile che ancora dopo quasi un mese di campionato la condizione non sia ottimale? Domande senza risposta, magari già dalla prossima gara col Bologna si vedrà un’Inter diversa, possibilmente con un Gagliardini in meno e tanta logica in più fra i titolari.

Ecco, Gagliardini. Personalmente non sono mai stato un fan del futuro del centrocampo per i prossimi dieci anni. A 23 anni. Età a cui in ogni altro campionato d’Europa sei già considerato il presente, non il futuro. Non riesco a capire cosa i capiscers vedano in questo spilungone dal passo di tartaruga, che per l’amor di Dio anche Thiago Motta poteva correre più lento dell’attuale McLaren di Alonso però almeno aveva i piedi buoni. Gagliardini nemmeno quelli. La sua partita col Crotone è un continuo di palloni persi, movimenti sbagliati, anticipi subiti e bestemmie di chi assiste allo scempio descritto. E non mi si dica che l’ex Atalanta paga il mancato riposo estivo, non glielo ha ordinato il medico di presentarsi in ritiro prima del dovuto per poi essere costretti a regalare un giocatore all’avversario di turno durante il campionato. Vogliamo aspettare ancora? E aspettiamo ancora (cosa poi, boh…).

I problemi evidenziatisi a Crotone non hanno però il solo Gagliardini come protagonista in negativo. Posto che Icardi è un grandissimo bomber ma in gare come queste è più inutile di uno stuzzicadenti per aprire una scatoletta di latta, se non si impegna nemmeno a fare i movimenti giusti per muovere la difesa avversaria aspettando chi sa quali palloni (molti dicono: non viene servito!!1!!111!. Risposta: grazie al biiiiiiip, cosa dai a fare la palla ad un palo in mezzo a tre avversari lontano dalla porta?) la manovra offensiva ne risente tantissimo. Spalletti ha ancora da lavorare molto su Maurito, per farlo diventare l’attaccante completo che serve a questa squadra con questo modulo.

Cosa guardi Joao? La porta? Allora centrala!!! (foto: inter.it)

Ultimo focus su Joao Mario e Nagatomo. Il primo ha dimostrato nuovamente di non essere in grado di svolgere il compito da trequartista. Non è abbastanza cattivo e soprattutto non sa calciare in porta (Kovacic, sei tu?), cosa grave per uno che gioca in una posizione in cui vede gli interi 7.32 metri di specchio. Ormai ho perso le speranze di vederlo giocare esterno in un 4-3-3 al posto del wingback killer (Candreva), ma almeno che impari a tirare. Sul giapponese che dire: duecento presenze (…) con l’Inter e probabilmente la prima volta in cui non si becca insulti ma elogi. Il suo ingresso per un timidissimo Dalbert cambia la gara, garantendo più spinta e portando alla punizione che porta al vantaggio nerazzurro. Certo la prospettiva di vedere nuovamente il giappo titolare sulla fascia non è esaltante, ma se Dalbert non si dà una svegliata ho l’impressione che così sarà.

Ah, dimenticavo: Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnn!!! No, non sono passato dal lato sbagliato del Naviglio. Esaltavo soltanto l’ennesima ottima prestazione, condita dal gol che ha sbloccato il risultato, di un sorprendente Skriniar. Continua così, figlio della Slovacchia. E che la componente culo sia sempre con te, e chi conosce la sua ragazza sa a cosa mi riferisco.

Paolo
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Paolo
Ho perso la testa per l’Inter, senza saperne il perché. Uno dei pochi ad aver comprato il libro di Mazzarri, abbagliato dalla bellezza del 3-5-2. Nel tempo libero tento di fare l’ingegnere, ma mi riesce meglio ubriacarmi di sport rigorosamente dal divano. Neuer è un modello.