Handanovic 7: L’unica cosa che gli si può imputare, è di aver esitato nell’uscita che porta alla rete biancoceleste. Ma non è il primo responsabile del gol. Per il resto, evita il raddoppio della Lazio in più occasioni.
Asamoah 6,5: Partita ordinata dove cerca di sprecare il meno possibile.
Skriniar 5: La grinta non gli basta per compensare una serata nata storta. Si fa saltare in più occasioni e commette svariati errori d’impostazione.
Miranda 6: Non fa rimpiangere l’assenza di De Vrij, cerca di contenere nel migliore dei modi le folate laziali.
D’Ambrosio 5,5: Insufficiente in entrambe le fasi. (Dall’80’ Candreva 5: Lo si nota giusto per i falli commessi in ogni posizione del campo.)
Brozovic 5,5: Principalmente suo l’errore sulla rete che di fatto decide l’incontro, dove non riesce ad anticipare Milinkovic Savic. Partita neanche così negativa, data l’enormità dei compiti che gli viene richiesta.
Valero 4,5: Non lo si può dipingere come l’artefice della sconfitta, ma ormai non è pensabile che possa fare il titolare in certe serate. Lento per dare ritmo, inutilizzabile per contrastare gli attacchi avversari, spaesato quando gli capita di trovarsi negli ultimi 25 metri. (Dal 74′ Nainggolan 6: Prova qualche strappo dei suoi per cercare di salvare la serata, ma non è abbastanza. Oro colato rispetto a chi sostituisce.)
Perisic 5: I compagni si appoggiano parecchio su di lui, dal canto suo crossa da ogni posizione e se l’inizio è quasi incoraggiante, col passare dei minuti l’intensità messa sul campo sparisce per lasciare spazio a una sequela di cross quasi sempre sbagliati, complice anche la difficoltà di servire Keita (non propriamente un predatore d’area) e una Lazio ben schierata.
Vecino 5,5: Prestazione da anima errante, dove si ritrova a dover cambiare più volte posizione. Gli inserimenti, la sua arma migliore, stavolta non vanno a buon fine,
Politano 4,5: Nel primo tempo si fa fatica ad accorgersene che sia in campo, nel secondo cerca quasi sempre la giocata più difficile, conscio del fatto che la squadra non riesce a rendersi pericolosa negli ultimi metri. Le buone intenzioni, però, rimangano tali. Tira da qualsiasi posizione del campo senza mai rendersi realmente pericoloso.
Keita 5,5: Non è una prima punta, non è il suo ruolo, ma deve farlo perché tra quelli a disposizione è quanto di più simile ci sia a un attaccante. Il fatto che sia in una forma migliore di quella palesata contro l’Eintracht non può certo essere una notizia, nonostante tutti i suoi tentativi di penetrare in area, le buone intenzioni rimangono tali. (Dal’84’ Joao Mario SV)
Spalletti 4: Tralasciando la vicenda Icardi, perché lì siamo nelle questioni più da spogliatoio che tecniche, e che quindi esulano da qualsivoglia valutazione sportiva, passiamo al resto. La cosa che meglio aveva funzionato nel derby, era il centrocampo, che il mister invece ha pensato di stravolgere inserendo Borja Valero dal primo minuto, eventualità che non si verificava in campionato dal 29 dicembre. Squadra che stavolta va quasi subito in svantaggio e che i cambi, al solito tardivi, non danno l’impressione di aver sortito alcun effetto. Poco senso togliere l’unico attaccante presente in campo durante l’assalto finale, nessun senso affidarsi ancora una volta a Candreva. L’impressione avuta, è che avremmo potuto segnare solo su un episodio da fermo se non addirittura un’autorete, a patto però di giocare qualche altra ora.
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