L’arrivo all’Inter di Borja Valero, voluto fortemente da Spalletti, è stato giudicato da molti uno degli acquisti più intelligenti dell’estate. Ma qualcosa sta andando storto.
Erano dai tempi di Thiago Motta che nella mediana nerazzurra non veniva inserito un giocatore d’intelligenza, che desse tempi e palleggio alla squadra. Negli ultimi anni abbiamo avuto diversi centrocampisti, dai mastini come Felipe Melo e Medel, dalle buone capacità difensive ma scarse qualità tecniche, ai giocatori di centimetri e forza, come Guarin e Kondogbia, ma con scarsi risultati. Si è provato a mettere fosforo con Mateo Kovacic, che aveva le caratteristiche giuste, ma non la maturità e l’esperienza richiesta. La scelta di un allenatore come Spalletti, ha obbligato il duo Ausilio-Sabatini ad intervenire sul mercato per trovare quel tipo di centrocampista a ottime condizioni economiche. Borja Valero era il profilo giusto.
Dalle prime amichevoli estive si è notata l’importanza di Borja Valero nella costruzione di gioco, la sua capacità di tenere palla e dare ritmo alla partita. Lo abbiamo visto pure nel primi venticinque minuti di Inter-Fiorentina, dove i nerazzurri hanno giocato con grande precisione. Man mano che i minuti passavano, la Fiorentina iniziava a rendersi pericolosa, spesso tramite le vie centrali. Il 3 a 0 ha offuscato il brusco calo della coppia di mediani. A Roma, vista la difficoltà della trasferta, Spalletti ha deciso di rinforzare il centrocampo con l’inserimento accanto a Vecino di Gagliardini, e lo spostamento in avanti di Valero. Dopo i primi 45 minuti i giallorossi erano avanti di un gol, e l’allenatore toscano ha deciso di rimettere Borja Valero nel cuore del gioco. Questa scelta, e una combinazione di fortuna e tenacia, ha permesso all’Inter di vincere a Roma, contro ogni pronostico.
Ma è stato nelle partite successive, sulla carta più semplici, che si è iniziato a rendersi conto dell’equivoco Borja Valero. Contro Spal, Crotone e Bologna, i mediani avversari, dotati di una fisicità ed una corsa notevole, hanno causato molti problemi al centrocampo nerazzurro. Nonostante le vittorie, Valero ha fatto sempre più fatica a difendere ed essere propositivo nel gioco, e a durare più di sessanta minuti. Lo ha notato anche Spalletti, ma la mancanza di un’alternativa nel ruolo, e l’involuzione psicofisica di Gagliardini, han fatto si che partisse sempre titolare. E se l’Inter ha sofferto così tanto contro le piccole, in neanche due mesi di campionato, quali potrebbero essere gli accorgimenti tattici da prendere per il futuro?
Bisogna tenere conto di vari fattori. Il primo è l’età di Borja Valero, che a gennaio compirà 33 anni, e non potrà reggere a lungo in un ruolo così dispendioso. Il secondo è che nella passata stagione, lo spagnolo aveva dato già i primi segni di fase calante della propria carriera. Terzo fattore: Borja Valero ha mai giocato con costanza in quel ruolo? No, in quanto con il Villarreal giocava come mezz’ala, e al Franchi spesso giostrava a ridosso della punta, o più in basso in un centrocampo a tre, o a due con accanto un centrocampista più difensivo, come Milan Badelj. Poche volte il barbuto spagnolo giocava assieme a Vecino, in una mediana a due. A tutto ciò bisogna pure aggiungere che l’età era inferiore, cosa che nel calcio d’oggi ha il suo peso. La mancanza di vere alternative rende Borja Valero fondamentale, nonostante i rischi.
L’Inter di Spalletti gioca con un 4-2-3-1, con due mediani davanti alla difesa, un incursore dietro ad Icardi e due esterni. I gol tendono ad arrivare solo da sinistra. Analizzando gli interpreti, e pensando a vari schieramenti tattici che possano giovare maggiormente alla squadra e a Borja Valero, ogni altra variante non convince totalmente. Un’Inter col 4-3-3, cioè con un centrocampista in più che permetta un maggiore equilibrio in mezzo, è al momento impossibile. Un giocatore di buona capacità difensiva e una discreta visione di gioco, alla Busquets, è assente nella nostra rosa, e Vecino e Gagliardini non lo sono. Questo modulo permetterebbe a Valero di essere maggiormente protetto, anche se il suo scarso dinamismo potrebbe causargli problemi nelle uscite laterali. Ma tutto sommato sarebbe un problema minore.
Nelle ultime settimane si è anche parlato di spostarlo alle spalle di Icardi, come nel primo tempo di Roma, ma quei 45 minuti all’Olimpico han confermato che così vicino alla porta sarebbe un giocatore inoffensivo. Non ha mai segnato molti gol, non ha il passo per inserirsi senza palla, cosa che ha maggiormente Brozovic (cui però che manchi di cervello n.d.r.), e ha un gran tiro. E in fondo a Spalletti quel tipo di giocatore non piace, altrimenti avremmo tenuto Ever Banega. Altra soluzione è un 3-5-2, con difesa più coperta e terzini che facciano tutta la fascia, sempre tre centrocampisti e due punte o 1+1. Con questo sistema però sposteremmo Perisic dal suo ruolo, e avrebbe ragione la buonanima di mio nonno a dire “xe pèso el tacòn del buso”.
Nonostante i 19 punti su 21, l’Inter di inizio stagione ha molti problemi, e quello di Borja Valero secondo me, è il più importante. Ma visto i discreti risultati con questo modulo, è giusto continuare così, sperando che a gennaio non ci siano altre rogne di mercato. Dalle prossime settimane, e per tutta la stagione, avremo un disperato bisogno che un certo ragazzo di Bergamo, si svegli dall’incantesimo Ranocchiano in cui è caduto, e ritorni ad essere il giocatore ammirato lo scorso anno. Solo così Borja Valero non sarà più fondamentale, e potrà prendersi quelle giuste pause che un giocatore di 33 anni necessita.
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