Handanovic: incompiuto o semplice abbaglio?

GENOA, ITALY - APRIL 03: Samir Handanovic of FC Internazionale Milano directs his defense during the Serie A match between UC Sampdoria and FC Internazionale Milano at Stadio Luigi Ferraris on April 3, 2013 in Genoa, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Quello del portiere è un mestiere ingrato. Un attaccante può permettersi di sbagliare tre gol fatti e poi decidere una partita ancora in equilibrio, nessuno si ricorderà degli errori precedenti, mentre il portiere non è mai nella condizione di poter sbagliare. Domenica Handanovic lo ha fatto più volte. Sbagli che possono essere spiegati in diversi modi, sfortuna, scelte sbagliate o indecisione (per gli amanti dell’astrologia la presenza di Thohir a San Siro) e cose così. Diciamo che l’unico portiere che non sbaglia mai, è quello che non disputa alcuna partita.

Analizzare gli errori commessi dallo sloveno è inutile, sono abbastanza evidenti, mette il suo timbro nei primi due gol della Fiorentina, e si attarda nell’uscire in occasione dell’espulsione di Miranda. Per i tifosi non è un problema che un portiere possa sbagliare, è una cosa normale, piuttosto di Handanovic infastidisce l’atteggiamento enigmatico e le dichiarazioni arroganti (quando non eccessive), che negli ultimi tempi gli hanno fatto guadagnare l’antipatia di molti tifosi nerazzurri. Il credersi di una categoria superiore rispetto alla propria squadra, che non arriva all’ultimo posto utile per la Champions da ormai 4 stagioni (a volte neanche per l’Europa League), è quanto di più sbagliato ci possa essere, in particolare viste le prestazioni altalenanti offerte da Handanovic con la maglia dell’Inter. Lo sloveno non è in una squadra che sta tarpando le ali alla sua carriera, Handanovic si trova in un posto che finora ha dimostrato di meritare, un gruppo incostante capace di alternare grandi prestazioni e prove molto negative. Domenica ne è stata solo l’ultima dimostrazione.

Lo sloveno ha ovvi pregi e non si parla solo di saper parare i rigori, che nel giudicare la bravura di un portiere conta quanto il saper fare le rovesciate per gli attaccanti. Handanovic (di solito) è abbastanza bravo tra i pali e sicuro nelle uscite basse, nonostante l’altezza, il suo problema paradossalmente sono proprio le uscite alte e, ovviamente l’aspetto peggiore, nei tempi in cui i portieri sono sempre più chiamati al gioco coi piedi, l’assoluta incapacità di saper fare un passaggio o rinvio decente verso i compagni. Il problema dei tifosi dell’Inter è che sono abituati troppo bene coi portieri: Zenga, Pagliuca, Julio Cesar, Peruzzi ecc. per dirne qualcuno degli ultimi 25 anni, tutti portieri di un’altra categoria rispetto all’attuale numero 1 che, con i suoi atteggiamenti che rasentano la totale apatia, altro non fa che alienare il sostegno dei tifosi. La titubanza sul rinnovo, dichiarazioni critiche verso i compagni, anche quando dietro i fallimenti lui non si poteva certo chiamare fuori, giudizi sul mercato operato dalla società, l’hanno reso un personaggio che di fatto non ha mai legato veramente col pubblico di San Siro.

Derby a parte, dove ha sfoderato una prestazione più che positiva, nelle altre partite di campionato Samir è stato poco (Chievo, Hellas, Carpi) o per nulla impegnato (Atalanta), quindi si è trattata di ordinaria amministrazione perlopiù, ma al secondo scontro al vertice è stato l’anello debole di una difesa che fino ad allora aveva subito solo una rete, contro avversari indubbiamente inferiori alla Fiorentina, ma che comunque aveva mostrato una certa solidità. E ora, che fare? La fortuna di Handanovic è l’assenza di concorrenza all’interno della rosa, Carrizo ha più o meno le stesse possibilità di soffiargli il posto da titolare del sottoscritto (che, per fortuna nostra, non fa parte della rosa dell’Inter), ma gli interrogativi sulla sua abilità di portiere oggi vanno più in voga che mai, gli anni passano (31 compiuti st’estate) e le prestazioni negative in quest’anno solare sono state di più di quelle degli anni precedenti, e l’appeal verso le grandi squadre (checché ne dica il suo procuratore) di certo non aumenta.

Sarebbe il caso che l’estremo difensore limiti il numero delle apparizione ai microfoni del suo procuratore, e anche che faccia venire giù il muro di ambiguità sul rinnovo e, perché no, che dimostri di valere la competizione che più di tutte è ossessionato a giocare, sì quella dove la coppa ha le orecchie grandi, magari dimostrando di essere il degno titolare di una squadra che ha come ambizione il voler centrare il posto utile per partecipare alla suddetta competizione, riducendo sensibilmente gli errori grossolani dettati dalla disattenzione, anziché alternarli a prodigiosi interventi e ai rigori parati, ne trarremmo vantaggio sia noi, che lui. Se poi nel farlo continuasse ancora a parare i rigori, nulla in contrario.

Foto: inter.it

Alessandro

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L'esistenza del calcio è di per sé un male, l'esistenza dell'Inter rende questo male sopportabile. Portiere a tempo perso, devoto a Gianluca Pagliuca e Julio Cesar, interista da prima di imparare a leggere. Trascorro intere notti a domandarmi come l'Inter abbia potuto spendere dei soldi per Ricky Alvarez.

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