L’Inter ci ha illuso in questa Champions League, e bisogna riconoscerlo quando ci si sbaglia. E io stesso, almeno in due articoli (primo e secondo), ho alimentato false speranze e mi sono auto illuso amaramente. Per quel che vale, me ne scuso.
La nostra Champions League è stata un’atroce presa in giro. Ci siamo illusi dopo aver giocato malissimo con il Tottenham (decimato) in casa, e dopo l’euforico pareggio in casa con il Barcelona. Ci siamo illusi durante le partite, quando le cose sembravano mettersi bene e reggevamo l’urto avversario, come nelle trasferte inglesi e spagnole. E ci siamo illusi quando il Barcelona ha segnato dopo pochi minuti con Dembelè.
Avremmo forse dovuto disilluderci pensando che in ben sei partite non abbiamo segnato per primi nemmeno una maledetta volta. Ci pensavo nel prepartita di ieri, e quando Perisic ha staccato di testa pensavo fosse la volta buona, poi il palo mi ha svegliato. E il pasticcio di Asamoah (ancora tu!) ha dato l’avvio al panico totale. Il gioco è diventato confuso e frenetico, tante occasioni ma tutte di nervi.
Icardi si è divorato un’ottima chance per pareggiare ad inizio ripresa, e forse sarebbe tornata un po’ di calma per tempo. Eppure ero ancora convinto che avremmo segnato e che, in qualche maniera, saremmo andati avanti. Il capitano segna solo a 20 minuti dalla fine. Il Barcelona sembra dominare sul Tottenham e, ancora una volta, ci si illude il pari basta.
Arrivati a questo punto Spalletti ha poche opzioni, e sceglie la peggiore. Toglie Politano stremato, tra i migliori in assoluto, ed inserisce Vrsaljko. Insomma, vuole evitare le ripartenze e provare a tenere il pari. Quando arriva la notizia del pari degli Spurs, il gelo scendo sullo stadio e, sarò sincero, lì non ci ho sperato più. In 7-8 minuti una squadra come l’Inter può segnare anche due reti, il tempo c’era, ma l’energia era finita e le idee pure.
Il girone era difficilissimo, e molti di noi avrebbero firmato il giorno del sorteggio per giocarsela all’ultima partita. Ma non in questo modo, troppi rimpianti e troppi errori.
Brucia da matti essere fuori così presto dalla competizione che abbiamo atteso di più. Molti addirittura urlavano al biscotto da giorni, dimenticandosi completamente degli avversari. Alla rabbia oggi si aggiunge la rassegnazione, con un pizzico di presa in giro. Essersi illusi, appunto.
Speriamo solo che la società decida di puntare grosso sull’Europa League. L’ex Coppa Uefa è sempre stata una competizione importante per noi, e sarebbe bello provare ad onorarla andando più avanti possibile.
La sensazione è che questo passaggio di maturazione sia compiuto, e che per salire ad altri livelli bisogna cambiare qualcosa. Non ci riferiamo al solo Spalletti, ma ad alcuni interpreti non adatti al contesto. Finire la stagione nel miglior modo possibile, centrando quindi una delle prime quattro posizioni (impresa largamente alla nostra portata) e poi a giugno tirare le somme e riminciare. In fondo, sono le stesse cose che avevo scritto sabato scorso.
Bisogna riprendere ad ogni costo il cammino in campionato già dalla partita contro l’Udinese. Augurandosi che la disillusione non diventi rabbia e contestazione, perchè non ne abbiamo assolutamente bisogno.
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